Il mio libro preferito è IL. IL – Castiglioni Mariotti: vocabolario di latino. Quando me lo hanno regalato, nella preziosissima prima edizione del 1966, lo avevano avuto tra le mani mia sorella, mia mamma, mio nonno prima di me, ma io ho capito. A tredici anni ho capito. Duemila duecento settanta pagine, circa cinquantamila voci nella parte latino – italiano. Se sai cercare, c’è scritto tutto. C’è anche la tua storia nell’IL – Castiglioni Mariotti. E allora capisci. Per portalo in giro, l’IL lo devi tenere in braccio come un neonato, pesa un paio di chili. Io l’ho sempre saputo che avrei fatto il Classico, da prima di fare le medie. Io l’ho sempre saputo che da grande volevo essere Prof. Uso il verbo essere e non quello fare, che le parole sono tutte diverse. Fare vuol dire che poi, dopo otto ore, te ne puoi pure scordare, di essere Prof., invece, non smetti. Così io e l’IL abbiamo percorso la vita dai tredici anni ai trentatré, fino ad oggi cioè. Stùdio, dal latino studium, derivato di studere «aspirare a qualche cosa, applicarsi attivamente». Baciare dal latino basiare, derivato di basium «bacio». Traslocare derivato del latino locus «luogo», col prefisso tras. Concórso dal latino concursus, derivato di concurrĕre «correre insieme, azzuffarsi, gareggiare». Attèndere dal latino attĕndĕre «rivolger l’animo a». Se sai leggere bene, c’è scritta anche la tua storia. Amóre dal latino amor -ōris. Per essere Prof. bisogna amare davvero. E aspettare, aspettare, aspettare e pregare. La scuola è come una chiesa, ma di santi non ce ne sono e gli eroi sono tutti maschi e si parlano addosso. Pure IL, come gli altri, mi ha presa per culo. E se oggi non credo più a niente e la mia voce è già piazza che urla, è perché se sai leggere bene, lì c’è scritto già tutto: precàrio dal latino precarius, «ottenuto con preghiere, concesso per grazia», derivato di prex precis «preghiera». Amen.
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